Sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, abbiamo assistito ad un incredibile coinvolgimento dell’Ospedalità Privata Accreditata nella gestione dell’emergenza.  Tutte le strutture associate AIOP  hanno risposto positivamente alle richieste di aiuto della parte Pubblica, alleggerendo il carico di assistenza sanitaria dei e nei momenti più bui della pandemia.

Molte sono state le strutture che si sono trovate a trasformare reparti di degenza “ordinaria” in reparti COVID-19 o terapie intensive “classiche” in terapie intensive COVID-19, sperimentando – così – nuove modalità di assistenza.

Dal lato assistenziale, questa disponibilità non ha soltanto fatto onore al comparto privato, ma ha ancora di più sottolineato come questo sia parte integrante del tessuto produttivo sanitario italiano, come peraltro viene ogni anno mostrato attraverso il “Rapporto Annuale Ospedali & Salute”.In questo contesto sono emersi tre elementi di fondamentale caratterizzazione del sistema privato:

  • Flessibilità dell’offerta;
  • Flessibilità della struttura dei costi per i servizi “nuovi”;
  • Mancanza di adeguata remunerazione delle attività standard, soprattutto di bassa complessità, ad esempio l’attività ambulatoriale convenzionata.

Mentre i primi due sono elementi a favore delle strutture, il terzo è emerso in tutta la sua pericolosità: sono bastati elementi organizzativi nuovi, imposti dalle Regione e dalle AUSL, per aggravare pesantemente il conto economico di alcune attività, già a bassissimo margine.

Prendiamo infatti l’attività ambulatoriale convenzionata con il SSN. Prima del COVID-19, una prima visita oculistica specialistica viene pagata 23,00 euro, una visita oculistica di controllo 18,00 euro, un esame del fundus oculi ben 08,00 euro. Tendenzialmente una buona media produttiva permetteva di svolgere dalle 06 alle 08 prestazioni orarie, con mix di prestazioni dipendenti dall’offerta (per puro esempio accademico: 4 prime visite, 2 controlli e 2 fundus oculi per un totale fatturato di 144,00 euro). A seconda della tipologia di contratto con il professionista medico, l’incidenza del costo relativo oscilla da un 40% del fatturato orario, fino ad oltre il 70%. A questo, ovviamente, si somma il costo orario del personale dedicato all’attività di front e back ambulatoriale, quello di accettazione e di accoglienza, l’ammortamento delle attrezzature, il costo dei presidi o medicinali monouso e così via. Ora, considerando un periodo normale senza limitazione di accesso o di frequenza, il relativo conto economico è fortemente a rischio.

Con le nuove disposizioni ricevute in merito alle limitazioni degli accessi e della frequenza, il conto economico è drammaticamente in pericolo, soprattutto in quelle strutture in cui  gli spazi sono tali per cui non è possibile accogliere, nello stesso momento, numeri importanti di pazienti. Aggiungiamo inoltre l’obbligatorietà del servizio di Triage e di controllo degli accessi, che aggravano ulteriormente il già deficitario conto economico in un sistema tariffario vecchio di vent’anni. Il contesto Regionale e Nazionale, peraltro, porta una situazione di forte sofferenza dell’offerta pubblica ambulatoriale ed una grande pressione sulla richiesta di offerta privata su un’attività che, come detto poc’anzi, ha ben poco di remunerativo.

Non è dunque possibile prescindere dalla massimizzazione dell’offerta privata e pubblica e la minimizzazione dei costi ad essa relativi.

Beecoms Healthcare, infatti, è studiato appositamente per supportare la Direzione Aziendale in alcune operazioni fondamentali di contenimento dei costi e miglioramento contestuale del servizio, perché si innesta proprio sull’organizzazione di processi critici per l’alto costo intrinseco che essi comportano.

Ad esempio, per il circuito ambulatoriale privato, Beecoms permette di:

  • Spostare una buona parte dei clienti verso la raccolta di informazioni o la prenotazione in app, creando due effetti virtuosi:
  1. Riduce pesantemente il numero di telefonate inbound, riducendo anche il carico di risorse ad esso necessarie e migliorando la performance di risposta sulle restanti telefonate. Infatti, se il 30% delle chiamate in ingresso viene convogliato su una “porta digitale”, è possibile liberare una risorsa dal turno. Laddove prima vi fossero state 2 unità la mattina e 2 unità al pomeriggio, è possibile togliere dal turno una risorsa e colmare il carico di lavoro necessario con 1 turno la mattina, 1 al pomeriggio ed uno spezzato: il saldo netto sgrava di circa 25.000 euro il costo del servizio centralino, destinando il risparmio ad attività a più alto valore aggiunto.
  2. Migliora la customer experience e riduce il numero di clienti potenzialmente persi per inefficienze del centralino moltiplicando le possibilità di contatto di potenziali clienti ed eliminando l’attesa nelle telefonateGrazie al Self Check-in e alla geolocalizzazione indoor si riduce in misura consistente il costo delle risorse dedicate all’accettazione e si riducono le tempistiche legate al fornire al  cliente informazioni sull’ubicazione del punto di interesse o  altre domande inerenti al servizio;
  3. Il marketing di prossimità, promosso da BeeComs, permette infatti di fornire al paziente tutte le informazioni necessarie, ed eventualmente aggiuntive, riguardanti la fruizione del servizio o la proposta di servizi aggiuntivi;
  4. Il Self Check-Out e pagamento in app, con sblocco successivo del referto, permette inoltre di assistere digitalmente il cliente all’uscita, al pagamento in digitale ed alla consultazione e disponibilità del referto, senza dover necessariamente interagire con il personale di servizio.

Per ultimo, se dovessimo ipotizzare di spostare il 30% dei propri clienti sulla piattaforma digitale Beecoms, avremmo la possibilità di alleggerire del 30% il costo delle risorse dedicate all’accettazione e cassa, risparmiando concretamente almeno un’ulteriore persona che, mediamente, comporta un costo aziendale tra i 25.000,00 ed i 30.000,00 euro, in aggiunta a quella risparmiabile presso il centralino che, come poc’anzi detto, potrebbe essere dedicato ad attività a più alto valore aggiunto.

Concludendo,  questo sistema permette realmente di risparmiare sui costi indiretti, migliorando la profittabilità di una business unit, oggi a forte rischio di diseconomicità.